Michele Bosco pubblica ‘Sarrismo’: tra fede e disintermediazione
Un lavoro sicuro, uno stipendio fisso, una vita tranquilla. Rinunciare a tutto, rifiutare le certezze, per assecondarsi e realizzare i propri sogni, facendo di una passione una professione. I campetti di provincia, le idee innovative. Dalla panchina di Stia ha inizio una scalata entusiasmante che nasconde un tragitto complicato, ricco di insidie; un carattere duro, schietto, sincero, che frena per anni la genialità di un uomo di grande coraggio, ma poco incline al compromesso.
E, soprattutto, poco disponibile a rinunciare alle proprie convinzioni, a se stesso:
«La vita e la carriera di Maurizio Sarri rappresentano il filo narrativo che segna il percorso del libro, analizzando il fenomeno del Sarrismo dalla sua origine mediatica alla sua diffusione virale, dallo storytelling della gavetta alla creazione del mito, sottolineando l’importanza dei valori per la nascita della community».
Un cammino che muove i passi tra le nuove dinamiche del giornalismo, con la trasformazione digitale, in cui gli evoluti modelli di comunicazione si aprono alla manipolazione dell’informazione come strumento di marketing, nella “fabbrica della fede”, in funzione della monetizzazione, illustrando un caso concreto che definisce, raccontando le esperienze del Comandante alla guida del Napoli e del Chelsea, le moderne linee guida della genesi dell’influenza, dello sviluppo del consenso e della gestione della reputazione.
Individuando, proprio nella crisi dell’attuale paradigma editoriale, nuove opportunità nel giornalismo aziendale e nelle Media House, con un avveniristico prototipo che porta le aziende a farsi broadcaster, media ed editori, per intrattenere, informare e cogliere l’attenzione di audience trasversali con cui instaurare una relazione e innescare occasioni commerciali.
Il rapporto tra il sacro e il profano che lega i tifosi allo sport — con i suoi valori, i suoi luoghi, i suoi simboli, i suoi messaggi e i suoi rituali — diventa per questo l’ecosistema privilegiato per raccontare i miti su cui i club costruiscono le loro storie, per fare dei loro brand una religione, tracciando la strada per le altre industrie e spiegando il Fanismo, che, nell’egocentrismo e nel narcisismo della società contemporanea, viene definito e descritto come il culto universale nell’era della disintermediazione.
Il testo, edito da Dario Flaccovio, che prosegue su due livelli distinti ma combinati di narrazione, si conclude con il racconto del trasferimento di Sarri alla Juventus, con la reazione della comunità napoletana e con l’esposizione della strategia manageriale dei bianconeri, nella quale il mister, con ciò che porta in dote e rappresenta, si inserisce per un cambio di stile funzionale al processo di internazionalizzazione, per intercettare nuovi target e generare fedeltà e identificazione, ancora in nome della sua rivoluzione.
L’opera, quindi, si pone l’obiettivo di essere fruibile per un pubblico che sia tecnico, composto da giornalisti, comunicatori e manager, ma anche popolare, fatto di tifosi e appassionati in genere pronti a immedesimarsi in una storia di audacia e affermazione. E, ovviamente, da sarristi, vecchi e nuovi.
Perché «avere un sogno è una cosa meravigliosa».